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Articolo della Dottoressa Elena Ricci Psicoterapeuta

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Messaggio Da Admin Mar Gen 29, 2019 6:50 pm

Dipendenza affettiva: quando le relazioni diventano una prigione

«Bisogna imparare ad amare sé stessi (...)
di un amore sano e morale,
così da poter sopportare di stare da soli e non aver bisogno di vagare.»
F. Nietzche

La dipendenza affettiva è considerata un
disturbo della sfera emotiva e relazionale,
caratterizzato dalla centralità di un “oggetto
d’amore” verso il quale il soggetto dipendente
nutre sentimenti disfunzionali di esclusività.
Essa incide progressivamente sui livelli
cognitivo, emotivo e comportamentale delle
persone che ne soffrono; i sintomi producono
significativi cambiamenti nella quotidianità del

soggetto e un peggioramento generale nei vari ambiti dell’esistenza.
Come le altre dipendenze, la Dipendenza Affettiva si crea in modo abbastanza graduale all’interno di un contesto di
“normalità” dove le modificazioni di pensiero inizialmente si presentano come episodi isolati per poi articolarsi in una
sindrome clinica vera e propria.
Questo disturbo è il risultato di un processo tra due persone che hanno una relazione e che innesca circoli viziosi fatti di
azioni e reazioni che si rinforzano reciprocamente in un gioco che si perpetua.
Spesso la tendenza, per chi affronta questo tipo di dipendenza, è andare alla ricerca della cause insite nell’individuo o
nel suo passato: così facendo si compie una lunga analisi del passato a discapito del qui ed ora, del momento in cui il
disturbo si presenta nel contesto della relazione che lo alimenta e lo mantiene.
Ogni storia di dipendenza affettiva è una storia a sé e deve essere affrontata in modo personalizzato creando una terapia
per l’individuo e con l’individuo.
Il fenomeno della dipendenza affettiva ha suscitato una crescita di interesse e studi a partire dagli inizi degli anni ’80;
la sua conoscenza fu dovuta alla prima pubblicazione del libro di Robin Norwood “Donne che Amano troppo” (1985).
L’autrice, psicoterapeuta famigliare specializzata nel campo delle dipendenze, definisce il fenomeno della dipendenza
affettiva “troppo amore”, descrivendolo come il bisogno, non consapevole, di legarsi a partner incompatibili con i
propri sentimenti, non curanti del benessere dell’altro, non disponibili, velatamente o chiaramente rifiutanti, unito
all’incapacità di distaccarsene e al pensiero magico di riuscire, tramite l’amore e il sacrificio di sé, a cambiarli e
trasformarli nei partner dei propri sogni.
Non è infrequente che tale condizione degeneri in relazioni che rappresentano un serio pericolo per l’incolumità
psichica e fisica del soggetto (come nel caso della manipolazione emotiva perversa, o delle violenze all'interno della
relazione).

Il Dipendente Affettivo sente di vivere in un mondo che non capisce e che non lo capisce e i tentativi di fargli aprire gli
occhi sull'evidenza del comportamento patologico relazionale si trasformano in evitamento e inimicizia. Molti
dipendenti affettivi perdono gran parte dei propri amici e conservano soltanto i rapporti che non mettono in discussione
la loro scelta d'amore. Le principali caratteristiche di questo disturbo sono:
▪️ ossessività nel pensiero;
▪️ difficoltà di concentrazione;
▪️ pensiero costantemente concentrato sull'oggetto d'amore;
▪️ idealizzazione della persona amata;
▪️ astinenza: il soggetto sente di esistere solo quando c'è l'altro, la sua mancanza lo getta in uno stato di allarme
▪️ ebbrezza: il soggetto prova una sensazione di piacere quando sta con il partner, che non riesce ad ottenere in altri modi e
che gli è indispensabile per stare bene;
▪️ tolleranza: il soggetto cerca dosi di tempo sempre maggiori da dedicare al partner, riducendo sempre di più il proprio
tempo autonomo e i contatti con l’esterno.
Nella dipendenza affettiva si passa dall' idillio e la passione assoluti all'inferno del rifiuto, della rabbia e della
disperazione nell'arco di pochi giorni o poche ore. Questa altalena emotiva fa sì che le emozioni siano al servizio della
relazione e mutino continuamente. Alcune caratteristiche degli stati d'animo nella dipendenza affettiva sono:
▪️ umore tendenzialmente depresso con picchi di eccitazione;
▪️ sensazione di ansia e allarme o di pericolo imminente;
▪️ vissuto di abbandono e di solitudine, anche in compagnia di persone significative;
▪️ emozione costantemente rivolta sull'oggetto d'amore;
▪️ progressivo disinvestimento emotivo dal mondo circostante con ritiro sociale
L'aspetto principale dei comportamenti nella dipendenza affettiva riguarda il fatto che non sono sotto il controllo di chi
li agisce. La persona è travolta dai propri impulsi e dominata dal bisogno di trasformarli in azione, anche quando a
livello razionale è in grado di capire che sono disfunzionali e improduttivi.
Gli aspetti comportamentali della dipendenza affettiva solitamente sono:
▪️ incapacità di prendere decisioni;
▪️ tendenza a delegare proprie responsabilità;
▪️ comportamenti compulsivi cioè azioni ripetute e ingovernabili come telefonate, email e messaggi;
▪️ si asseconda l'altro in tutto pur di avere l'attenzione;
▪️ tendenza a rinunciare a impegni o attività importanti pur di incontrare l'altro;
▪️ è presente un costante stato di attesa;
▪️ possono verificarsi i tentativi di pedinamento finalizzati a creare un controllo sull'oggetto d'amore.
Tutti gli atteggiamenti finora descritti relativi al Dipendente Affettivo attaccano le sue principali funzioni e i suoi
bisogni di base come alimentazione, riposo e socialità.

Come liberarsi dalle catene della dipendenza affettiva e diventare emotivamente indipendenti
Il primo passo è quello di comprendere a fondo che per essere liberi dalla dipendenza emotiva bisogna intraprendere un
viaggio di ritorno al vero Sé.
Le aeree su cui è necessario focalizzarsi per la buona riuscita di questo percorso sono:
▪️ autonomia: è importante che il soggetto impari a prendere decisioni in linea con i propri bisogni affettivi e coltivi
un senso di integrità e indipendenza rispetto al giudizio altrui;
▪️ fiducia: chi soffre di dipendenza affettiva non ha fiducia in se stesso e non ne ripone negli altri. E’ quindi
importante valorizzarsi ed integrare le “parti buone” con le “parti cattive” di sé in un sentimento positivo di auto
accettazione;
▪️ giudizio degli altri: è necessario imparare a dire di no, a dire ciò che si pensa, ad affermare le proprie idee e i
propri bisogni senza temere di venire allontanati per questo. Sentirsi legittimati a dire ciò che si desidera e rifiutare
ciò che non si vuole più significare pensare a se stessi e a ciò che porta crescita e benessere, rifiutando ciò che porta
dolore;
▪️ consapevolezza: è la capacità di guardarsi dentro in relazione al fuori, cioè nel saper identificare il proprio
funzionamento emotivo, cognitivo e relazionale e riconoscere, in modo flessibile è dinamico, le conseguenze dei
propri comportamenti e della qualità della propria comunicazione sugli altri.
▪️ assertività : riguarda le abilità di comunicare in modo efficace e costruttivo, senza aggressività e senza remissività
▪️ affettività: e l'area in cui si concentrano il passato ed il presente delle relazioni significative nella vita della persona
e che contiene, spesso al di là della sua consapevolezza, gli schemi di interazione disfunzionali che soggiacciono al
problema portato;
▪️ idealizzazione: porta ad immaginare l’altro come perfetto o a vederlo su un piedistallo: tendiamo a vedere
soprattutto gli elementi positivi e a negare o giustificare quelli negativi. Ciò può portarci a dare più importanza ai
desideri dell’altro piuttosto che ai nostri. Questo meccanismo ti porta sempre a soffrire e a non vedere l’altro in
maniera obiettiva. In realtà quello che inconsciamente finiamo per fare è utilizzare l’altro per colmare le nostre
insicurezze e renderlo l’unico che può farlo.
▪️ prendersi cura del proprio corpo: l'attività fisica, specie quella all'aria aperta in mezzo al verde è il migliore
antidepressivo, potrà aiutare a non andare troppo giù nell'umore e a sentirti più sicuro/a e attraente fisicamente.
Dipendenza affettiva e trattamento in psicoterapia
Quando il disagio e la sofferenza causati dalla dipendenza affettiva alterano la vita quotidiana e rapporti interpersonali,
è bene rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta per elaborare e risolvere il disagio.
Il percorso psicoterapeutico è volto alla modifica di vissuti e comportamenti al fine di instaurare legami soddisfacenti.
La prima cosa da fare per superare questo stato psicologico è riconoscerlo, essere consapevoli della presenza di un
problema e iniziare a lavorare sui pensieri che alimentano questa dipendenza, per poi trasformarli in cambiamenti
concreti.
Il trattamento della dipendenza affettiva si struttura sul raggiungimento di obiettivi a breve e lungo termine:
Il primo obiettivo, a breve termine, è affrontare e risolvere la sofferenza attuale del paziente in termini di sintomi e
disfunzioni comportamentali.

Il secondo obiettivo, a lungo termine, consiste nell’affrontare le esperienze precoci di abbandono, di trascuratezza fisica
ed emotiva, di maltrattamenti, abusi ecc. che generalmente sono alla base della convinzione di non valere nulla e di non
essere degni di essere amati che caratterizzano i pazienti che soffrono di Dipendenza Affettiva. In parallelo, la terapia
mira ad aiutare i pazienti ad avere accesso a quello che provano, ai loro desideri e ai loro scopi e a utilizzarli per
compiere delle scelte autonome. In questo modo si ripara uno dei nuclei delle personalità dipendenti che è la carenza di
agency, ovvero di portare avanti un piano d’azione che nasca all’interno, anche in condizioni di mancante supporto
relazionale o di avversità.
Grazie a questo lavoro si creano le basi perché i pazienti possano da un lato formare relazioni affettive basate sulla
reciprocità in cui sentirsi finalmente amati e accettati, o perché possano mantenere un senso di amabilità e valore
personale, accompagnati da un senso di attività anche quando tali relazioni mancano.

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